Qualche settimana fa scrivevo di quanto ci si sentisse protetti a visitare il cuore della nostra penisola.
Raccontavo del caldo abbraccio delle montagne, del dolce riparo della natura e dell’atmosfera accogliente che si respira nelle osterie di quelle zone.

In effetti è così, quando si entra in contatto con la terra, quando questo elemento si manifesta in tutta la sua potenza.
I piedi acquistano una maggiore stabilità, come se avessero ritrovato il loro equilibrio.
Il respiro si sincronizza con quello degli alberi e delle loro foglie.
La mente piano piano si svuota, annebbiata dalla forza e dalla maestosità che la circonda.
Il nostro corpo si rilassa sempre di più, privato dello stress e della negatività che lo bombardano ogni giorno, per riempirsi di luce nuova.
Sì, la terra è capace di rimetterci a nuovo, di farci nascere e darci nuova vita.

Forse è per questo che, quando la terra ci gioca brutti scherzi, ci sentiamo impotenti e spiazzati. Come se la nostra stessa madre ci si rivoltasse contro all’improvviso dopo averci cullati e cresciuti per anni con l’amore dei suoi frutti e il calore dei suoi abbracci.

D’improvviso, ci troviamo soli, in balia di una forza e di una violenza che superano ogni nostra immaginazione. Una forza e una violenza che sono capaci di neutralizzarci in pochi secondi.
E quando ci mancano le radici, quando il terreno ai nostri piedi si sgretola, quando tutto quello che ci circondava prima che la terra si infuriasse inizia a sbriciolarsi, rimaniamo paralizzati dal terrore.
Riusciamo solamente a sperare di farcela, di uscirne vivi, in qualche modo.
Stiamo lì a guardare il nostro nido come se volessimo tenerlo in piedi con la forza del pensiero, aspettando con trepidazione che il disastro finisca.

La vera sfida, però, non è sopravvivere alle ferite della terra, ai disastri, alle sofferenze.
La vera sfida arriva dopo.
È una guerra costante, una battaglia campale quotidiana che ci proverà ogni giorno di più.
Una lotta piena di colpi bassi, di sconfitte e di voglia di gettare la spugna. I momenti di sconforto saranno molti di più delle piccole cose che ci faranno sorridere. La disperazione ci stringerà la gola in una morsa sempre più forte. La frustrazione si appoggerà sulle nostre spalle e diventerà sempre più pesante ad ogni nostro risveglio.

Eppure, non dobbiamo mollare.
Solo attraverso le crisi si può diventare più forti.
Solo con le rivoluzioni più grandi possono nascere futuri gloriosi.

Che siano le nostre case o le nostre vite, solo con la grinta e la voglia di fare possiamo ricostruire.

Il mio pensiero è con tutti coloro che, in questo momento, stanno lottando.
Non arrendetevi, non fermatevi. Mai.
Non ve ne pentirete.

Tomas