Qualcuno, una volta, ha detto che ogni grande viaggio ha in inizio con un passo. Un gesto all’apparenza così semplice è, infatti, capace di trasportarci in luoghi che mai avremmo pensato di raggiungere. Per questo, muovere i primi passi è sempre un’impresa. Un momento cruciale. Ma quali sono stati i primissimi passi che mi hanno portato verso Parole in Viaggio?
A mia memoria, sono sempre stato interessato alle mille sfaccettature che questo mondo ha da offrire e desideroso di scoprirne ogni centimetro quadrato possibile. Ricordo, per esempio, intere domeniche della mia infanzia passate a litigare con i miei genitori per poter rimanere in casa a guardare Alle falde del Kilimangiaro alla TV e riempirmi gli occhi di tutti i colori del nostro pianeta.
Purtroppo, o per fortuna, questa “malattia” del viaggio col tempo non ha fatto altro che aumentare. Dopo il mio primo viaggio all’estero, la classica settimana a Barcellona con gli amici di sempre nell’ormai lontano 2006, ho sentito forte e chiara la consapevolezza che il viaggio, in un modo o nell’altro, avrebbe rivestito un ruolo centrale nella mia vita.
Così, negli anni dell’università, ho iniziato a viaggiare ogni volta mi fosse possibile, instancabile e affamato di sapori e culture, fermandomi solo quando i soldi o gli esami di russo, inglese o spagnolo mettevano il freno a mano alla mia wanderlust.
Sono stati quelli gli anni in cui mi sono dedicato a scoprire l’Europa: partendo dalla Spagna, girata in lungo e in largo per motivi di studio e lavoro, e arrivando nella Grecia più classica, quella delle rovine e della bellezza senza tempo di Atene, passando per il Portogallo, il Regno Unito, la Francia, la Germania, il Belgio, la Slovenia e l’Ungheria. La mia voglia di scoprire mi ha portato anche oltre l’Atlantico, a New York, dove ho messo piede per la prima volta nell’enormità di spazi tipica del mondo oltre il Vecchio Continente.
Viaggiando, ho sentito crescere in me una forte esigenza di condivisione delle mie esperienze. Essendo spesso da solo, con poco budget e come backpacker, mi sentivo di poter dare preziosi consigli a chi, come me, avesse voluto fare del viaggio il suo stile di vita. Per questo motivo, nel settembre del 2015 ho aperto, quasi per gioco, il mio blog Parole in Viaggio, blog che col passare del tempo è diventato il mio marchio di riconoscimento. Non ho mai avuto i numeri dei grandi travel blogger, ma Parole in Viaggio mi ha portato piccole grandi soddisfazioni nel corso di questi (quasi) quattro anni.
La svolta nel mio modo di viaggiare, però, è arrivata lo scorso aprile, quando ho deciso di percorrere l’intero Cammino di Santiago per ritrovare il Nord di una vita che avevo perso di vista. Durante quei 900 Km, ho scoperto un nuovo modo di vivere e di condividere il viaggio, le emozioni e la bellezza del mondo.
Al mio ritorno, per una strana coincidenza dell’Universo mi è stato offerto un lavoro come Group Leader per i ragazzi in vacanza studio in Irlanda durante l’estate e, senza pensarci due volte, ho accettato. Nonostante da quei tre mesi passati a Dublino mi sia portato a casa 9 Kili in più di patatine fritte e birra Guinness, ho avuto conferma che insegnare a viaggiare, ad amare la nostra casa e le nostre differenze è quello che voglio fare in questa fase della mia vita.
La mia passione, nei mesi successivi, mi ha portato ad essere responsabile di un progetto di alternanza scuola-lavoro incentrato sulla promozione turistica di varie destinazioni europee (Lisbona, Firenze, Roma e Budapest), e capo coordinatore del centro delle vacanze studio di Greenwich, a Londra.
Nel cuore, in questo momento, ho un’unica certezza: non importa quale terreno calpesteranno i miei piedi, l’importante sarà quello che vivrò assieme alle persone che porterò con me, sia sulla strada che con Parole in Viaggio.
Ultreya!