Cantiere del Teatro Galli

“Rimini è brutta”

“Rimini ha solo il mare. Che non è neanche un granché”

“Ah sì, sono stato a Rimini, ma non c’è molto a parte spiaggia e alberghi”

“Con la vostra rete di servizi riuscite a compensare la bruttezza del paesaggio”

“Ah, ma sei di Rimini? Son venuto due giorni al mare, ma mi è piaciuta solo la piadina. Il resto? Una noia”

Queste sono solo alcune delle affermazioni che ho sentito pronunciare da visitatori e turisti nel corso degli anni in merito alla mia città. Affermazioni forti, affrettate e avvilenti. Tuttavia, devo ammettere che sotto la superficie sgradevole di queste parole, giace un fondo di rassegnata verità.

Purtroppo, Rimini è conosciuta a molti come un lungo serpentone fatto di hotel e stabilimenti balneari adagiato nella parte bassa della Pianura Padana, in fondo all’Emilia Romagna.

Io, però, di tutto questo sono stufo. Stufo che la mia terra venga vista con tutta questa superficialità. Stufo perché so che, in realtà, Rimini è un gioiello il cui valore va misurato guardando oltre la spiaggia e il mare.

 

Da Ariminum ad Amarcord: i fasti del passato

 

Facciata del Cinema Fulgor

 

Rimini è una città con un passato splendente. Un passato che l’ha resa una delle città più attive e animate d’Italia. Un passato grazie al quale noi riminesi abbiamo voluto aprirci a quante più persone e culture possibili per mostrar loro i pregi della nostra terra. Un passato che, purtroppo, è rimasto sepolto sotto le macerie della guerra.

I preziosi marmi della Ariminum romana, le mura inespugnabili dell’epoca dei Malatesta, gli eleganti edifici neoclassici, sono stati sfregiati o distrutti. Durante la seconda guerra mondiale, una pioggia battente di bombardamenti ha coperto l’orgoglio e i fasti di Rimini con una coltre di malcelata rassegnazione. Allora, Rimini era come Cenerentola. Spogliata della sua dignità e della sua storia, le sue gioie più preziose, si è gettata verso il mare. Quel mare da cui ha sempre preso vita.

 

Interno del Cinema Fulgor

 

E così, la città è rinata dalle ceneri. Ci è riuscita anche grazie a un regista visionario che l’ha mostrta al mondo come la città in cui tutto è possibile. Una città rustica, verace, spoglia, ma grondante di incanto. Nella sua semplicità, Fellini ha costretto gli occhi di tutti a voltarsi verso Rimini con sguardo curioso e stupito al tempo stesso. E così, la città è esplosa di nuovo, in un turbinio di star del cinema, riflettori, riviste patinate e stabilimenti balneari.

Piazzetta Zavagli

 

Sono stati anni sfavillanti, anni di feste elitarie, anni di puro incanto. Purtroppo, però, le mode cambiano, l’occhio dei riflettori si sposta e i turisti scelgono altre rotte. E Rimini, da principessa delle vacanze si è trasformata in una Bella Addormentata in attesa di un nuovo risveglio. In cerca di qualcosa a cui aggrapparsi per tornare di nuovo a brillare.

 

Un nuovo volto per la Rimini di domani

 

Interno del Cinema Fulgor

 

Quel qualcosa Rimini lo sta ritrovando oggi, in quelle radici sepolte dai bombardamenti. Radici che tutti credevano morte ma che, invece, aspettavano solo il momento giusto per produrre nuova linfa. La città sta tornando al passato, al suo cardo e al suo decumano. Sta riscoprendo e prendendo coscienza di ciò che è stato per proiettarlo verso il futuro, arricchita della consapevolezza e del coraggio del presente.

Pratico come Giulio Cesare, deciso e ambizioso come Sigismondo Malatesta, ardito, sognatore e immaginifico come Federico Fellini, lo spirito della città ha ripreso a battere.

Lo si può sentire nel cantiere del Teatro Galli, dove le voragini causate dagli ordigni bellici sono state riempite e dove presto dei grifoni dorati veglieranno sulla platea in festa.

 

Cantiere del Teatro Galli

 

Lo si avverte chiaro e forte nel restaurato cinema Fulgor, dove Fellini è rimasto incantato dalla settima arte. Un luogo che a breve, ospiterà un museo dedicato al più illustre dei riminesi. Il luogo in cui potremo sentire di nuovo la voce di Anita Ekberg soffocata dallo scrosciare della Fontana di Trevi.

 

Anita Ekberg La dolce Vita

 

Lo si riesce a percepire guardando il panorama dalle torri di Castel Sismondo. Cantieri, impalcature, lavori. Tutto in moto per dare un nuovo volto al cuore della città.

 

Piazza Malatesta Rimini

 

Un giorno, non molto lontano, Rimini leverà alta la testa e guarderà di nuovo al mondo con sguardo ancora più fiero. Sarà una gemma brillante che splenderà di gioia e vitalità. E io non vedo l’ora di essere lì per ammirarla e farla conoscere al mondo.


Per questo articolo ringrazio l’Assessorato al turismo del Comune di Rimini, che mi ha gentilmente invitato all’evento “Raccontiamo la Rimini che cambia“. È stata un’intensa mattinata in cui io e alcuni operatori del settore turistico della città siamo stati accompagnati in una visita guidata ai cantieri del centro storico.

L’iniziativa aveva lo scopo di promuovere la nuova Rimini e fare il punto della situazione sul lavoro svolto e sui progetti ancora da realizzare. Per quanto mi riguarda, posso dire di aver passato delle ore ricche di suggestioni ed emozioni. Suggestioni ed emozioni che, come al solito, ho voluto trasmettervi con l’articolo che avete appena letto. Ho imparato molte cose che ancora non sapevo sulla mia città e sono uscito dall’esperienza ancora più orgoglioso di essere un suo cittadino.

Continua così, Rimini. Io faccio il tifo per te!