Da quando sono entrato in contatto con la Terra di Mezzo, il variegato mondo creato da J.R.R. Tolkien nel Signore degli Anelli, ho sempre pensato che la Romagna fosse un po’come la Contea, la regione in cui vivono Frodo e Sam, i personaggi principali dell’opera.
Queste due terre, infatti, condividono alcune caratteristiche che le rendono uniche nel loro genere. Dolci colline ricoperte di erba soffice, terreno fertile e generoso, atmosfera incantata in cui ogni cosa è perfetta. Le questioni esterne non sembrano intaccare la vita dei loro abitanti, sempre cordiali, ospitali e attenti ai piaceri della vita.
Esiste un luogo, qui in Romagna, in cui, grazie a un portale spazio-temporale, l’universo di Tolkien e il nostro diventano una cosa sola : le Foreste Casentinesi. Ogni volta che mi immergo in questo fazzoletto di terra steso nell’Appennino Tosco-Romagnolo a cavallo tra Forlì e Firenze, mi sento come se stessi camminando in una foresta popolata da elfi dei boschi alti, biondi e serafici.
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è una perla di rara bellezza che, purtroppo o per fortuna, viene spesso ignorata, sia dagli stessi romagnoli che dai visitatori esterni. Una regione quasi incontaminata che catapulta in un libro fantasy chiunque passeggi nelle sue faggete secolari. Non sono soltanto io a dirlo: anche Dante, ha descritto la bellezza delle cascate di Acquacheta, una delle gemme più splendenti di questi boschi, nel canto XVI dell’Inferno.
Quando voglio immergermi nella natura, bisognoso di contatto con l’energia che solo gli alberi ci sanno trasmettere, mi metto in macchina e organizzo un’escursione lungo i sentieri di questo parco. Le possibilità per i visitatori sono pressoché illimitate. Si va dalle cascate ai laghi artificiali, dalle faggete ai pascoli, dagli eremi ai santuari.
Il bramito del cervo nelle Foreste Casentinesi
Lo scopo di questo articolo, però, non è illustrarvi le meraviglie delle Foreste Casentinesi. Voglio presentarvi, infatti, uno dei suoi abitanti più famosi: il cervo.
Tra questi boschi, infatti, trova rifugio una delle comunità di cervi più importanti a livello numerico di tutta Italia. Per questo motivo, per far conoscere questo animale e sensibilizzare le persone alla sua salvaguardia, all’interno del Parco Nazionale sono davvero tante le associazioni che organizzano eventi ed escursioni in cui il protagonista indiscusso è proprio il cervo.
In particolare, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, vengono organizzati i trekking più suggestivi: le uscite in notturna per ascoltare il bramito. Questo periodo, infatti, coincide con la stagione degli amori, stagione in cui i cervi maschi di notte marcano il loro territorio a suon di bramiti.
Le notti del cervo con Quota 900
Due settimane fa ho avuto la fortuna di partecipare a un’uscita di questo tipo organizzata dal gruppo escursionistico Quota 900, volta ad ascoltare il bramito dei cervi. Non voglio risultare retorico, né esagerato. Dico solo che è stata una delle esperienze più belle che ho mai fatto in vita mia. Tranquilli, ora vi spiegherò tutto nel dettaglio.
Si trattava di una passeggiata notturna di tre ore e mezzo nei boschi attorno al Monte Campigna, a qualche chilometro da Santa Sofia. Devo ammettere che all’inizio ero un po’ preoccupato all’idea di addentrarmi in una foresta col buio, nonostante fossi in compagnia di altre 15 persone. Tuttavia, una volta allontanatomi dalla civiltà, non sarei più voluto uscire e avrei passato volentieri la notte nella foresta.
Sono sensazioni strane e molto forti, quelle che ti trasmette il bosco di notte. Ti senti osservato, ospite, studiato. Ma mai in pericolo, solo o minacciato.
Dopo circa un’ora di cammino abbiamo iniziato a sentire i primi bramiti. Era come se dal profondo della foresta qualcuno stesse parlando con noi. Questi suoni che si levavano dall’oscurità degli alberi vibravano alla stessa frequenza dell’anima, facendoci percepire, come un pugno in pieno stomaco, tutta la forza della natura. Ogni tanto, poi, puntando la torcia nel folto degli alberi, si riusciva a intravedere il riflesso delle pupille di qualche animale di passaggio. E allora erano brividi, ma non di paura.
Il culmine dell’escursione è stato il momento in cui, in una sorta di radura, la guida, Stefano Bellacchi (con cui mi complimento per la preparazione, la simpatia, la disponibilità e la passione), ci ha fatto spegnere le torce e stare in silenzio per qualche minuto.
Il cielo stellato sopra di noi, solcato da decine di arei, satelliti e stelle cadenti, era la cornice perfetta contro cui si stagliavano i neri profili degli alberi. Intorno, nella quiete immobile del bosco, svariati cervi comunicavano tra loro, bramito dopo bramito. La cosa più sorprendente era il non sapere da quale angolo di foresta sarebbe arrivato il bramito successivo. Destra, sinistra, vicino o distante. È stato davvero un momento magico, un momento che avrei prolungato all’infinito.
Nella perfezione della natura, quando è davvero incontaminata, si riesce a capire quanto sia travolgente la forza della vita.
Non posso che invitarvi a visitare queste zone. In futuro, magari, vi svelerò qualche angolo segreto che vale la pena visitare. Fidatevi, le Foreste Casentinesi sono un vero paradiso!
Qualche informazione pratica
– Il periodo ideale per ascoltare il bramito del cervo è quello tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
– Ogni anno viene organizzato anche il censimento al bramito, che consiste nel passare una notte in un rifugio in mezzo ai boschi e ascoltare e contare i versi che si sentono.
– Se non siete abituati a fare camminate o escursioni nei boschi, vi consiglio di affidarvi a uno dei numerosi gruppi escursionistici del Parco Nazionale. Dopo la mia esperienza più che positiva, non posso che consigliarvi Quota 900. L’organizzazione si occupa di gestire escursioni tutto l’anno, sia di giorno che di notte. Trovate maggiori informazioni all’indirizzo www.quota900.com
Tomas Guerrieri, 25 anni, riminese. Traduttore di professione, durante il giorno lavoro con le parole. Di notte, sogno di girare il Mondo. Nel tempo libero, ci provo.
Da due anni ho unito la mia passione per le parole a quella dei viaggi e condivido le mie emozioni con i lettori del mio blog.