Oggi, 23 aprile, si celebra la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, una giornata in cui, in tutto il pianeta, vengono organizzati eventi, spettacoli e iniziative volti a promuovere il libro, la lettura e la proprietà intellettuale.
L’UNESCO ha deciso di far cadere questa ricorrenza in questa data in onore di due pilastri della letteratura mondiale. Sto parlando di William Shakespeare e Miguel de Cervantes, venuti a mancare lo stesso giorno, il 23 aprile del 1616.

A cosa serve un libro? Perché leggere opere scritte da persone morte da più di cent’anni? Che cos’ha di speciale la letteratura? Perché, la sera, non posso starmene tranquillo davanti alla televisione invece che rovinarmi la vista tentando di decifrare un libro?

Non lo nascondo: a molti, queste domande potrebbero ricordare i tempi della scuola, quando la professoressa, in mancanza di altri argomenti, assegnava come compito in classe l’intramontabile tema sui libri e sull’importanza della lettura.
Eppure, nonostante le ore passate a cercare di riempire quattro colonne di foglio protocollo con magniloquenti elogi alla letteratura, la maggior parte di noi, finito il compitino, è ritornata a dimenticarsi dei libri e di ciò che contengono.
Ora, non sono qui per ribadire il fatto che in Italia si legge sempre meno, si comprano sempre meno libri e la media di letture all’anno arriva a malapena a dieci. Per questo, ci sono già i telegiornali e i loro servizi allarmistici che servono soltanto a riempire lo spazio tra l’ennesimo episodio di cronaca nera e l’ultima fiamma della soubrette di turno. Né intendo lanciarmi in un sermone sull’importanza di leggere, dato che sono proprio questi ultimi, con la loro aria di superiorità, che scoraggiano qualsiasi persona ad addentrarsi nel mondo della lettura.
Con questo articolo vorrei cercare di far capire a tutti quelli che:
a) non leggono perché è una perdita di tempo;
b) non leggono perché di tempo ne hanno poco;
c) non leggono perché la vita vogliono viverla, non leggerla tra le pagine di uno stupido libro;
d) non leggono perché è da secchioni;
e) non leggono perché tanto oggi la cultura non conta niente;

che stanno solo perdendo un’enorme opportunità di crescita.
A questo scopo, voglio aderire alla campagna #ioleggoperché, campagna che sta facendo parlare di sé già dall’anno scorso.

#ioleggoperché: leggere è l’unico modo efficace per continuare ad allenare la nostra lingua, l’unica palestra che abbiamo per far venire la tartaruga al nostro italiano. Dato che, al giorno d’oggi, se non hai i bicipiti grossi come due boiler non sei nessuno, perché lasciare che il nostro linguaggio sia ridotto pelle e ossa?
#ioleggoperché: una lingua più forte significa una cultura più forte. Meglio sappiamo descrivere il mondo intorno a noi, meglio riusciamo a conoscerlo e a entrare in armonia con lui.
#ioleggoperché: le parole sono più potenti di qualsiasi bomba nucleare. Nessuna arma riuscirà mai a scalfirle, né a cancellarle, una volta che si saranno impresse a fuoco nella mente.
#ioleggoperché: leggendo sono arrivato in luoghi che mai avrei potuto raggiungere: ho visitato la luminosa Gran Burrone in compagnia di Frodo, camminato per i corridoi di Hogwarts, contemplato le Città Invisibili insieme al Marco Polo di Calvino, girato il mondo in 80 giorni in compagnia di Phileas Fogg e ammirato le luci e le ombre dell’Aldilà guidato da Dante e Virgilio.
#ioleggoperché: i libri sono l’unica macchina del tempo che abbiamo.
#ioleggoperché: leggere è ascoltare le voci di chi è venuto prima di noi e ha cercato di raccontarci il suo mondo e il suo pensiero.
#ioleggoperché: alcune voci non devono essere dimenticate.
#ioleggoperché: siamo quello che abbiamo scritto.
#ioleggoperché: Aureliano Buendía, Mattia Pascal, Hercule Poirot, Guglielmo da Baskerville, Romeo Montecchi, Giulietta Capuleti, Don Chisciotte, Achille, Anna Karenina e Willy Wonka non sono il cast della prossima edizione del Grande Fratello.
#ioleggoperché: posso vantare di avere un sacco di amici immaginari.
#ioleggoperché: i brividi che trasmettono alcune poesie non hanno prezzo.
#ioleggoperché: “la sventurata rispose”, con tre parole nasconde tutta una storia.
#ioleggoperché: come già avevo scritto l’anno scorso, e non mi stancherò mai di dire, “è sempre meglio avere le ali nel cuore che cucite dietro la schiena”.

Buona festa del libro!
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