Ben ritrovati, viaggiatori! Oggi è martedì e, come promesso una settimana fa, siamo di nuovo qui per parlare di Andalusia. Vi assicuro che è l’ultimo articolo che pubblico in merito, davvero.

Prima, però, devo ringraziare tutte le 400 persone che hanno letto l’articolo precedente. Non so a cosa sia dovuto questo exploit, ma grazie infinite ad ognuno di voi. Vi abbraccerei uno ad uno se potessi. Tuttavia, siccome oltre al blog ho anche una vita da portare avanti, accontentatevi dei miei più sentiti ringraziamenti.

Bando alle chiacchiere signori miei, ritorniamo in Spagna, che sono tre settimane ormai che vi rompo le scatole con la storia dell’embrujo e pretendo finirmela! Altrimenti divento monotono.


Colonna sonora: Donde quedo solo yo – Alex Ubago e Laura Pausini


Dopo aver visitato le tre perle di questa regione (per chi si fosse perso la puntata precedente: Siviglia, Cordoba e Granada), è ora di fare rotta verso luoghi un po’ meno battuti dal turismo di massa. Non vi sto portando in paesini deserti o eremi sconosciuti, sia chiaro. Semplicemente visiteremo città meno turistiche.

4- Ronda

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Lasciata alle spalle Granada, le possibilità sono due. I piedi dei viaggiatori più stanchi possono trovare un po’ di pace all’ombra delle palme di Malaga. Questa città costiera, oltre che essere un’ importante sede culturale grazie al Museo Picasso, offre molte possibilità di relax e divertimento agli amanti della vita notturna. Non a caso, a pochi chilometri da qui si trova la rinomata Costa del Sol, la Riviera Romagnola spagnola, per intenderci (prendete questa affermazione con le pinze. Come la Riviera nessuno mai).

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Gli avventurieri più intrepidi, invece, non possono non inserire nel loro itinerario Ronda. Vi starete chiedendo quale sia la particolarità di questa città e perché valga la pena prendersi la briga di arrivarci. I motivi sono due (oggi ce l’ho col due, ma che ci volete fare?). Il primo è il paesaggio. Ronda, infatti, è situata sulla cima di una montagna ed è circondata da stupende pianure che, in lontananza, lasciano intravedere la Cordillera Bética. Spesso, scrutando le valli sottostanti è possibile individuare qualche cavallo al galoppo e numerosi greggi di pecore e mucche al pascolo. Il secondo motivo è il celeberrimo Puente Nuevo sul fiume Guadalevín.

Ma come? Prima ci dici che Ronda è sopra una montagna e adesso tiri fuori un ponte su un fiume? Ma a Forlì cosa vi danno oltre alle traduzioni, roba pesante?

direte voi. In effetti, avete ragione. Ma lasciatemi spiegare. Ronda è veramente tagliata in due da un fiume. Un fiume che scorre dentro un crepaccio a centinaia di metri sotto le sue case. Case che sono abbarbicate sull’orlo di un immenso precipizio e che ti fanno chiedere come fanno le persone a viverci dentro in tutta tranquillità. È proprio qui che risiede la particolarità di Ronda. Vale la pena scendere lungo il sentiero panoramico che dalla città vecchia arriva fino al Guadalevín. Da qui potrete ammirare il Puente Nuevo in tutta la sua maestosità e constatare con i vostri occhi le meraviglie che la natura riesce a creare.

5- Provincia di Cadice

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Da Ronda, l’ideale è noleggiare un’auto e addentrarsi per le tortuosissime strade di montagna che tagliano la Provincia di Cadice fino ad arrivare al mare. Lungo questi percorsi, infatti, si aprono numerose viste panoramiche che possono regalare sia scorci sui caratteristici pueblos blancos andalusi che veri e propri paesaggi marziani. Infine, dietro l’ultimo tornante, ecco spalancarsi davanti a voi il Mediterraneo e, poco più avanti, l’Africa. Sì, l’Africa. Non potete andare in Andalusia senza vedere l’Africa.

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Ci sono dei luoghi nel mondo che mi attirano particolarmente per il loro significato simbolico. Lo stretto di Gibilterra è uno di questi. Le colonne d’Ercole. La fine del mondo conosciuto. Non Plus Ultra. Non potevo farmi sfuggire l’occasione di buttare un occhio su un continente per me ancora sconosciuto. Per farlo, ho deciso di snobbare l’inflazionata enclave inglese di Gibilterra per dirigermi il punto di massima vicinanza con il Marocco: Tarifa. È proprio in questa cittadina, capitale spagnola del windsurf, che si trova lo spartiacque tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Altantico. Ed è qui che l’Africa appare vicina come non mai. Io, da inguaribile romantico come sono, sono rimasto a guardarla per un bel pezzo. E l’ho sentita. Ho sentito la confusione dei suq pervasi dall’odore delle spezie. Ho sentito la solennità delle piramidi sorvegliate dalla Sfinge con il Nilo che scorre millenario lì vicino. Ho sentito il ruggito dei leoni nella savana. Ho sentito le danze di popoli lontani anni luce dal nostro. Ho sentito meraviglie ed orrori di un continente che, nonostante venga considerato fanalino di coda del mondo, forse è quello che ha più cose da insegnarci.

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Finito il momento serietà, dopo tanto viaggiare e dopo aver visto il mare, di sicuro vi verrà voglia di un po’ di relax su una spiaggia. Se avete voglia di stendervi sulla sabbia, vi consiglio Bolonia. La spiaggia, sebbene un poco ventosa, è una lunghissima lingua bianca che termina con delle suggestive dune che richiamano il deserto. Una vera meraviglia per gli occhi. Per finire la giornata in bellezza, invece, risalite sulla vostra fidata autovettura e fate rotta verso nord. La strada, in questa zona, fa invidia alle più suggestive highways americane: un nastro d’asfalto che si stende a perdita d’occhio, il mare da un lato, il sole che ci si tuffa dentro, allevamenti di tori a non finire e le immancabili foreste di pale eoliche senza le quali la Spagna non sarebbe Spagna.

6- Cadice

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So che risulterò una voce fuori dal coro, ma a me Cadice non è piaciuta. Non fraintendete, l’impostazione è suggestiva: una città circondata per tre lati dal mare in cui il profumo della salsedine regna sovrano. Tuttavia, non me la sono goduta. Ve ne spiegherò i motivi:

1- Alloggio: quando ho prenotato una simpatica camera in un appartamento condiviso, non sapevo ancora che avrei passato la notte in un film di Almodóvar. Immaginatevi una giovane madre new age con un figlio affetto da sindrome di down. La suddetta madre ha riempito il suo appartamento di poster dall’aria a metà tra l’orientale e il punk metropolitano. La suddetta madre ha altresì posizionato in giro per casa bastoncini di incenso e diffusori di essenze di ogni genere. La suddetta madre ha anche un gatto che si infila in ogni anfratto e, se non stai attento, ti salta sul letto. La suddetta madre, probabilmente, ha usato la defunta madre del suddetto gatto come tappetino per la cucina. La suddetta stanza ha una sola finestra che si affaccia sul corridoio della casa. La suddetta stanza nel soffitto ha quelle adorabili stelline che al buio diventano fosforescenti. La suddetta stanza non ha neanche un ventilatore (e sono 40 gradi). Come se non bastasse, il suddetto figlio si chiude in bagno a fare i capricci e non puoi usare i servizi igienici fondamentali. Dopo una lunga nottata ti svegli con due sorprese. Il figlio della suddetta madre che ti fissa inquietantemente dalla finestra e

2- Una tonsilla enorme. Sì, mi si è gonfiata una tonsilla e non c’erano farmacie aperte di mattina presto. Dopo essermi ripromesso che avrei preso un antiinfiammatorio una volta arrivato a Siviglia con l’autobus, mi sono diretto verso la stazione. Il viaggio Cadice-Siviglia dovrebbe durare due ore. Nessun problema, posso resistere due ore con una palla da tennis in gola, mi dico. Poi, in autostrada trovo un mega incidente catastrofico che mi imbottiglia per due ore. La fortuna!

In caso ve lo steste chiedendo, alla fine sono riuscito ad arrivare a Siviglia e mi sono abbottato di Brufen spagnolo per non morire.

In mezzo a tutto questo trambusto non ho avuto modo di godermi appieno Cadice. Perdonatemi.


Ragazzi, ci siamo. Posso ufficialmente dichiarare chiuso il viaggio in Andalusia. Spero, in qualche modo, di avervi invogliato a visitare questa terra stupenda. Ne vale veramente la pena.

Vi ringrazio ancora una volta per la pazienza e per l’attenzione e vi do appuntamento al prossimo articolo.

A presto!

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